Ghiacciai italiani in pericolo. A lanciare l’allarme è il Wwf nel suo ultimo dossier “Alpi: tetto d’Europa al sicuro”. Secondo l’esperto svizzero Matthias Huss, entro il 2100 sulle Alpi potrebbe rimanere appena dal 4 al 18 per cento dell’area glaciale presente nel 2003 e in particolare i ghiacciai italiani potrebbero scomparire, specie sotto i 3500 metri. In Italia, un campione di 120‐150 ghiacciai è sorvegliato ogni anno grazie alle campagne coordinate dal Comitato Glaciologico Italiano; il monitoraggio prevede riprese fotografiche da stazioni fisse e nella misura degli spostamenti lineari della fronte. Solo su certe zone si svolgono attività più complesse con rilievi di bilancio di massa, Gps o misure di profondità tramite radar. Ora a nessun ghiacciaio alpino è attribuibile una favorevole condizione di alimentazione: dal 2003, si è avuta ovunque una forte accelerazione dei regressi e quelli più piccoli, posti a quota più bassa e su versanti molto soleggiati, si sono già estinti, soprattutto sulle Alpi Marittime, sul Monviso o sulle Dolomiti. In parecchi casi, il ritiro frontale è impressionante, ad esempio meno 170 metri nel Sissone (Alpi Retiche) nell’estate 2009, meno 105 metri in quello di Goletta (Valle d’Aosta) nel 2011. Ma la situazione è rimasta molto negativa anche nel 2012, quando a fine stagione i ghiacciai erano ovunque privi di neve e anneriti da detriti rocciosi fino a oltre 3500 metri. http://www.wwf.it